(Gymnocal Industries) Progetto solista danese, ma di stanza a Bergen, molto prolifico e devoto al tessere intrecci musicali ambient, ipnotici, drone, anche shoegaze, sempre deliziosamente malinconici. Il nuovo lavoro è molto atmosferico, sferzato da suoni delicati ma spesso impattanti: un perfetto mix per una cupa riflessione sul controllo, sulle menzogne e sulla manipolazione — temi che si insinuano e si intrecciano insistentemente in dieci brani che, come ombre, si muovono furtivi in uno scenario urbano decadente, in rovina. Ipnotica e irresistibile “The Law of Whispers and Low Voices”, un brano dal titolo che descrive alla perfezione il cocktail sonoro proposto. Più luminosa, anche se radicata nella dark wave, “She Is Not Your Salvation”; drammatica e space-oriented “The Lower Elements”. C’è infinita malinconia tra le note di “This Great and Somber Stage”; batte un cuore rock nella brevissima “To Her Cynical Spirit (You Are Nothing More Than Dirt)”; pura poesia sonora in “The Papers Were Hidden at the University of Manchester”. Sonorità heavy diluite in una galassia digitale con “You Are Cheapening Our Melancholy Brand” e “Seven Without Motive, Seven Without Alibi”; cosmica “A Drifting Sigh of a Song”, prima della monumentale, spaventosa e conclusiva “An Orwellian Measure”, un brano di quindici minuti, quasi in contrasto con gli altri nove, sostanzialmente molto brevi. Un disco da ascoltare con devozione: un lavoro nel quale immergersi smettendo di respirare. Un album che avvolge, che ipnotizza, che ti conquista, che ti domina. Una pubblicazione che esce in questo ottobre, proprio in coincidenza con l’esplosione dell’atmosfera autunnale.

(Luca Zakk) Voto: 8/10