(Indie Recordings) Duo norvegese che cambia line up rispetto al precedente “Forget The Past, Let’s Worry About The Future” (qui e qui). Resta lo stupefacente vocalist, e mastermind, Petter Carlsen, ma alle pelli entra in gioco Gøran Johansen, iniettando nuova energia in questo progetto che prende metal, rock e punk e li trascina senza rispetto in qualsivoglia direzione alternativa, moderna, intricata, molto sfuggente ed intelligentemente inclassificabile. Interessante il contrasto: la ‘vecchia’ band arrivò ad avere dei singoli in programmi Netflix (il film “Seven Sisters”) o in film quali “Dead Snow 2: Red vs Dead” (entrambi di Tommy Wirkola)… ma ad un certo punto cessa di esistere, quasi si scioglie, se non per la creatività e la voglia di andare avanti di Petter Carlsen. “The World Is a Rabbit Hole” è quindi una rinascita, un ritorno, un passo avanti, il livello successivo; quella impostazione nevrotica nel sound abbinata a quella quasi angelica nella voce persiste, si evolve, diventa intensa… le due unità convergono, si uniscono, mutano e danno vita ad un album potente, graffiante, travolgente… tanto che la voce stessa di Petter esplode, cresce, appare più rabbiosa, più rock, più punk, spingendo l’impostazione della band oltre in una dimensione apocalittica eccitante. Èd è proprio la voce l’elemento di contrasto, il dettaglio volutamente e deliziosamente fuori posto… una voce che spazia dal punk fino all’intimo e suggestivo, apparendo quasi femminile, sfiorando l’atmosfera dei Greta Van Fleet. Con riff pulsanti e spesso tellurici, il terzo album di questi norvegesi elargisce sonorità rock e metal dal gusto prelibato… per poi negarle, toglierle, imponendo privazione, tornando ad un rock più commerciale. Un continuo girovagare, puntando con prepotenza su sentieri heavy aspri, acidi, tanto pungenti quanto asfissianti… per poi virare verso un’intimità struggente, privata, ricercata e molto introspettiva. Un continuo alternarsi di emozioni rabbiose e sentimenti quasi spirituali, regalando oltre mezz’ora di musica di altissimo livello.

(Luca Zakk) Voto: 8/10