PLANETHARD_Hard_clock_levels(Scarlet Records) Terzo album per gli Italiani Planethard, band che in poco più di un decennio ha evoluto sensibilmente il proprio sound, pur restando fedele alle proprie radici. Nati nel 2004 inizialmente come cover band, il gruppo inizia presto a scrivere brani propri, orientati verso un hard rock che prendeva ispirazione da Skid Row e Bon Jovi, come si può ben sentire nel full length di debutto “Crashed On Planet Hard” del 2006. Sei anni dopo, i Planethard pubblicano il secondo album “No Deal”, che segna un’evoluzione verso sonorità più moderne, senza comunque abbandonare la matrice hard rock degli esordi. L’ultimo lavoro “Now” segna un ulteriore spostamento verso un hard’n’heavy moderno, non lontano da quanto proposto dagli Alter Bridge o dagli Skid Row di “Subhuman Race”. Il sound è più oscuro e pesante, con chitarre che disegnano atmosfere cupe, ben sostenute da una sezione ritmica solida e potente. Ma il fattore che ha permesso questa sterzata, è l’entrata in line up del nuovo cantante Davide Merletto, singer dalla voce versatile che bene si amalgama alle nuove sonorità proposte dalla band. Le influenze hard rock non sono lasciate completamente alle spalle, e fanno capolino di tanto in tanto, come nell’opener “Play Harder”, che richiama gli Skid Row di “Slave To The Grind”. “Neverfalling Superstar” è dominata da atmosfere cupe fin dall’arpeggio iniziale, dove la chitarra acustica accompagna la voce rauca di Davide, fino al mid tempo elettrico, infarcito di assoli alla Soundgarden di “Superunknown”. “The One” è decisamente più veloce ed aggressiva, ideale punto d’incontro tra Alter Bridge e Black Label Society. “She’s All Over” è costruita su un unico, ossessivo riff, accompagnato da un drumming martellante e da un ritornello molto catchy. Un album che segna un passo in avanti per una band che non ha paura di osare, pur mantenendo uno stile ben riconoscibile.

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10