(Pelagic Records) Sono fini artigiani del suono i greci Playgrounded e il loro suonare si trova in un punto di incontro ideale tra l’avantgarde, l’elettronica e dunque la psichedelia, lo sludge, il rock e il metal. Il tutto non discrimina affatto soluzioni che possono essere definite come pop. “The Death of Death” è un flusso suddiviso in sei pezzi i quali almeno quattro di essi superano in durata i sette minuti. Ognuno ha un clima opaco ma tutti sono fluidi, scorrevoli, con ritornelli e non solo quelli che all’occorrenza cedono al pop. Ottima la proliferazione delle note del basso che pompa in maniera sostenuta, mentre le chitarre sono trame che sventagliano atmosfere impreziosite da un’elettronica mai dominante e anzi fine e lavorata. Playgrounded formano un manto sonoro che diventa una sorta di colonna sonora, definita attraverso una serie di parti che si allacciano tra di loro, appunto in un fluire continuo e intenso. I greci hanno registrato della musica che suona consequenziale, con una produzione che valorizza i suoni e realizzata con le tre fasi, cioè registrazioni, mixaggio e masterizzazione, attraverso tre curatori differenti e in altrettanti studi. Effettivamente la band come dichiarato dal chitarrista Michael Kotsirakis è partita da più frammenti e idee inizialmente diverse, per poi cucirle tutte insieme e arrivare dunque a “The Death of Death”.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10