copPossession(Iron Bonehead / Invictus) Il marciume e la tombale essenza che diffondono i belgi Possession non ha paragoni. Dopo l’EP “Anneliese” dell’anno scorso, due traccie di pura adorazione del male, di banchetti infernali a base di anime, sangue e dolore, arrivano con questo mini album. Proprio non sembrano interessati al full length, ma francamente pochi umani potrebbero sopportare la violenza e l’odio viscerale concentranti in più di mezz’ora di musica dei Possession! Il loro sound, così feroce e meravigliosamente old school, è un antidoto alla vita, è la nemesi della speranza, è l’anticristo, è il capovolgimento della croce e dell’intero monte Calvario! Partendo da una cover molto lontana da concetti compatibili con vita e religione, emerge la prima traccia la quale è un superlativo e tetro (e lungo!) intro che fa convergere nel mood perfetto -il mood dell’adorazione del male- prima di una brutalità che richiama, come di loro consuetudine, i primi Sodom. Un piacere oscuro che diletterà il bisogno di putrefatta decadenza di molti black/deathsters incalliti. Una certa ansia viene dalla componente melodica, dall’assolo: i Possession non sono solo bestie brutali senza controllo, ma dei cinici e capaci architetti del male! Questo è confermato nelle seguenti tre tracce dell’EP dove i riff proposti sono irresistibili, la registrazione suona efficace e creata appositamente per condurre in un mondo disperso tra cimiteri e osceni fantasmi, dove ogni singolo istante trasmette il male in una forma originale, ancestrale, antica. Totalmente peccaminosa. Quattro tracce che raccontano di una strega vissuta in Francia dal 1585 al 1646, con l’ultima traccia intitolata “Ablaze” (in fiamme)… Questo mini è la musica che vostra madre vi proibirà di ascoltare, bruciando i CD ed i dischi. Siete grandicelli e non vivete con vostra madre? Perfetto: saranno le forze dell’ordine a rinchiudervi con i media pronti ad accusarvi di perverso satanismo. I Possession non sono una cosa da prendere alla leggera: sarebbe un assurdo pericolo per l’umanità, per chi vi sta attorno, per voi stessi. Per le vostre anime.

(Luca Zakk) Voto: 8/10