(Autoproduzione) Forse potremmo definirli la risposta canadese, contemporaneamente, agli Arkona, i Moonsorrow e i Korpiklaani… nel loro terzo album, i nordamericani Protokult offrono una interessante miscela sonora che ha alla base il pagan/folk, ma contaminato spesso e volentieri con altri generi. “Mark of Thunder” è estremamente varia, fra momenti di maggiore epicità, sottolineati da passaggi vocali in clean, e altri più pagani. Con “1516”, dedicata alla Reinheitsgebot della birra tedesca, si mescolano momenti alla Finntroll ed altri più classicamente extreme metal; per un meltin’ pot di generi si schiera anche “Oy Kanada!”, che va dal pagan a sonorità più moderne e smaliziate. Afflati gotici in “Rusalka”, mentre la complessa “Valley of Thorns” parte da una base symphonic metal e vi innesta veramente di tutto, dal prog al folk più stentoreo a sezioni black, per un risultato intrigante (o dispersivo, a seconda di che tipo di ascoltatore siate!). Singolarissima anche “Wenches”, che inizia sul solo clavicembalo e si trasforma poi in una tirata pagan/extreme che farebbe invidia ai Trollfest! Anche “Greet the Dawn” parte con una ballad, ma si inasprisce pesantemente (fino quasi al gothic/doom!) in corso d’opera; la chiusura è affidata a “Dead New World”, brano di oltre quindici minuti. Il lento crescendo dei primi 3 minuti sfocia poi in una canzone cangiante e pregna d’atmosfera, che punta più su passaggi evocativi che sulla velocità (presente soltanto attorno al decimo minuto). Un ascolto sfaccettato e multiforme, se amate le contaminazioni sonore!

(René Urkus) Voto: 7,5/10