(Talheim Records) Ci sono band con cinque chitarre, ed un solo chitarrista. Bands con tastiere senza un tastierista. E bands iper prodotte che dal vivo risultano povere, una noia mortale. Poi ci sono questi sei devastati, che osano portare in tour uno show che vanta tre chitarristi sul palco (tutti regolarmente in line-up e pure compositori), supportati da ottimi basso e batteria e capitanati da un’essere del quale ignoro il mondo (o manicomio?) di provenienza. “Neurasthenia”, terzo lavoro dei Georgiani, è collocabile su un genere che definirei ‘depressive alternative’, in quanto le influenze rock, post rock e black metal si mescolano di continuo, copulando, riproducendosi incestuosamente in un teatro infinitamente decadente dove va in scena l’esaltazione psicotica di Graf, un vocalist supremo capace di grida devastanti e laceranti, grida che esprimono un malessere ancestrale, viscerale, recondito… un malessere che poi Graf riproduce scenicamente (senza finzione di sorta) anche sul palco. Musicalmente sono maestosi e non ha poi molto senso che vi descriva le trame contorte delle tre chitarre, le linee di basso poderose, o il drumming che passa dal black, al rock con passaggi maledettamente prog. Gli Psychonaut 4 sono magnetici, in quanto catchy è un termine sicuramente fuori luogo: lo schifo umano è forse catchy? Ma qui ogni canzone è un martello appuntito che lascia ferite sulle tempie, ogni strofa urlata o cantata (in inglese e in russo) è una ferita infetta che non guarisce. Mai. Le componenti normalmente definite etniche sono geniali e puntano all’abisso mentale. I samples di contorno sono puro genio ed inquietudine. Ed è così che questa quasi ora ed un quarto diventa esaltazione, rabbia, disperazione, ritmo, armonia, atmosfera… diventa espressione dello stato isterico e confuso delle emozioni umane, uno stato che è la sintesi e la rappresentazione del mondo odierno; un mondo che gli Psychonaut 4 mostrano senza veli, senza censure: lasciando alla luce del sole tutto il sangue, le viscere, le budella, i martiri, le violenze inaudite, le infanzie corrotte, le madri violentate, la carne della gente in pasto a randagi affamati. Gli Psychonaut 4 urlano tutto quell’orrore che nemmeno un essere umano può tollerare, guardare, accettare… se non fosse per quell’insignificante dettaglio; Il dettaglio antropocentrico che lo vede l’essere umano come l’unico infernale autore di questo scempio senza senso, l’autore della sua stessa fine. L’autore della complessa e provocante arte del suicidio.

(Luca Zakk) Voto: 10/10