(Cyclone Empire) Un album incentrato sui miti di Cthulhu, ideati da H.P.Lovecraft, da parte di una band di death metal svedese old style, nata nel 2008 grazie a componenti dei Nominon, Reclusion, Thorium e altri. Loro sono i Puteraeon e sono al secondo album. Il missaggio è di Andy La Roque, sinonimo di qualità e in effetti “Cult Cuthulhu” ha un sound fresco, nitido, aggressivo e dannatamente death metal. Si ritrovano le migliori radici del death svedese, come i Grave, i Carnage, addirittura gli Edge Of Sanity, ma anche una densa sequenza di riffs e melodie assolutamente mortali e intrise di quell’epica oscura e arcaica che appunto solo il Solitario di Providence è riuscito a creare attraverso i suoi libri. Si, i Puteraeon riprendono quel mito che ha donato inquietudini e incubi a tante generazioni, provando a mimarlo attraverso le loro canzoni distruttive ed estreme. La qualità di questo “Cult Cthulhu” è il pathos maledetto e arcaico che trasuda, quel senso di melodia che trasporta e rapisce a causa delle terribili e tenebrose melodie che questi architetti del male hanno realizzato. “In the Vault” ha una costruzione dinamica ma pesante, in continua mutazione, con atmosfere che emanano sofferenza e orrore. “Walking with Shadows” (con Rogga Johansson alla voce) è spedita, veloce ma “A Bolt from the Grave” è un ciclone immensamente più devastante, mentre “Liberation”, posta a chiusura dell’album, innalza su vette spaventose e innominabili la melodia tetra e sacrilega che la pervade. Si nota anche “The Azathoth Cycle”, con Anders Malmström alla batteria che leva il ritmo fino allo sfinimento. I suoni cristallini e che permettono di percepire il lavoro di tutti i musicisti, le canzoni tese a raccontare di orrori arcaici e un ritmo forsennato sono la specialità di questa nuova prova dei Puteraeon, la quale sembra avere qualcosa di più che il semplice e solito old style sweden death metal.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10