copravenscry(Revalve Records) Il nome dei Ravenscry sta girando da tempo nell’ambito del metal italiano e non da meno all’estero, dove la band milanese ha tenuto delle esibizioni e avuto legami con l’etichetta svedese The Trip Records. Quanto c’è di concreto nel reputare i Ravenscry come la prossima band italiana d’esportazione? È meglio non correre, ma l’insieme sonoro fatto di alternative metal, modern metal, gothic, momenti quasi sul rock, ha un suo peso; da segnalare anche una qualità nella produzione stupefacente. Il prodotto “The Attraction of Opposites” ha dunque il suo giusto equilibrio e lascia ben sperare sui Ravenscry. Non da meno però chi scrive ha dovuto ascoltare più e più volte l’album, per tentare di andare oltre quella sensazione di omogeneità nei brani. Viene da chiedere se fosse proprio necessario arrivare a farne tredici, ma la creatività dei musicisti è un atto libero. Giulia Stefani è la voce che recita melodie intense e con un timbro eccellente. Lei dispiega e srotola il suo cantato con maestria e si pone ad un livello personale, attorno al quale la musica si sviluppa. Paganelli e Raimondi sono il duo delle sei corde che fa sentire un peso maggiormente metal su passaggi marcati, con riff scanditi, stoppati, mentre per il resto le chitarre danno una giusta atmosfera e scorrevolezza. Tuttavia è Simone Carminati che si eleva spesso dal contesto con le sue manovre ritmiche vivaci e di qualità, oltre che versatili e sempre puntuali nel servire il tempo migliore alle evoluzioni di un songwriting mai fermo. Anche il basso di Andrea Fagiuoli si ritaglia uno spazio di riguardo, visto che crea le giuste profondità alle dinamiche del sound. Insomma, nei particolari i Ravenscry sanno profondere una cura ammirevole. L’utilizzo di trombone, violino, tromba ed altri strumenti classici a fiato o a corda, valorizzano alcuni passaggi fino ad elevare le intenzioni dei musicisti ad un piano quasi progressivo o dai toni del jazz. Un potenziale enorme, almeno è quello che si evince dall’ascolto, nel quale però ancora c’è da riflettere quanto i Ravens siano ancora distanti dal finalizzare delle canzoni che siano non solo l’esibizione di estro, ma anche di melodie ben evolute, organiche e tali da essere da subito un colpo alla testa dell’ascoltatore. La fruibilità del formato canzone è qualcosa che può concretamente migliorare per i Ravenscry, ma questa è un’analisi di prospettiva, mentre l’opinione sul livello attuale della band è considerevole.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10