(Beverina Productions / Casus Belli Musica) I Realm Of Wolves nascono dalla collaborazione di tre musicisti già visti in azione in progetti come Vvilderness e Silent Island. Rispetto alle loro formazioni di origine però, in questa sede Stvannyr, Ghöul e Vvildr esplorano il loro lato più oscuro e recondito. Seguito del notevole EP “Shores of Nothingness”, nel primo album completo dei tre ungheresi, a una solida struttura di matrice black metal, si legano influenze che spaziano dal death metal al post-rock, senza farsi mancare qualche accenno più folk. Nei 40 minuti di questo “Oblivion” troviamo, intervallate da due brani strumentali assolutamente godibili, cinque canzoni dalla forte identità e che necessitano di diversi ascolti per essere completamente decifrate. Repentini sono infatti i passaggi tra attacchi frontali in blast beat di scuola scandinava e aperture più melodiche che rimandano la mente a formazioni come Agalloch e Wolves In The Throne Room. Soluzioni mai banali o fini a se stesse si susseguono in perfetta armonia, aiutando l’ascoltatore ad immergersi nel mondo che i Realm Of Wolves hanno immaginato e composto per lui. Davvero difficile non rimanere ammaliati dall’epico riff centrale di “Old Roots” o che “Into the Woods of Oblivion”, brano complesso e dagli arrangiamenti imprevedibilmente volubili, vi lasci indifferenti. In questo capitolo inoltre, il testo ricalca la poesia “Talán eltűnök hirtelen” (forse sparirò all’improvviso) del tormentato autore ungherese Attila József, amplificandone ulteriormente lo spettro emotivo. Se in “Translucent Stones” i nostri si spingono poi in un riuscito viaggio verso le soglie del death metal melodico, ci pensa la decadente malinconia della conclusiva “Northern Wind” a chiudere un album tanto emozionante quanto poliedrico nella composizione. Fieramente autoprodotto, come vogliono sottolineare, i Realm Of Wolves rendono giustizia anche ai suoni dei singoli strumenti che nel complesso hanno il pregio di risultare ben decifrabili e bilanciati tra di loro. Rilasciato inizialmente in versione digitale e ora stampato in un elegante digipack grazie alla collaborazione tra Beverina Productions e Casus Belli Musica, “Oblivion” rientra agilmente tra gli album da non lasciarsi scappare in questa fine 2018. A mio avviso una tra le sorprese più piacevoli ed inaspettate dell’ultimo periodo.

(Davide Galli) Voto: 8,5/10