copejekts(Autoproduzione) “Uno-” è un titolo strano perché è un titolo che non esiste. L’album di cui vi rendo conto non esiste ancora. Formalmente non c’è. Esistono e sono reali i Rejekts una band che mischia grindcore, crust, crossover, brutal/death metal, black metal e cose affini. Sono una band del milanese un po’ folle e su di giri e che dal 2007 ad oggi hanno inciso diversi demo e split. E questo dovrebbe essere il primo full length. Dovrebbe… ma non esiste, perché non è ancora uscito e chissà chi si prenderà la briga di pubblicarlo. I Rejekts da buona band che maneggia anche il grindcore ovviamente propongono pezzi di durata variabile e che rientrano in un intervallo che va da meno di un minuto fino a oltre tre. Quindi schegge di sfrenata rabbia e follia o denuncia, come “Submorale” o “Sguardo a Ponente”, oppure mazzate furiose e continue, per esempio “Asettico”, ma anche improvvise eccentricità strumentali nel bel mezzo di un inferno crust/crossover/death come “La Caduta”, dove sorge appunto un intermezzo con batteria e chitarra pulita che arpeggia quieta. Un sound nervoso, agitato, sofferto, feroce e nichilista in alcuni casi o improvvisamente docile, come il suadente assolo di “Nessuno”, oppure il sommesso incipit di “5 Minuti di Vuoto” e altre trovate in giro nei pezzi. Un sound che può ricordare cose dei Napalm Death e Terrorizer oppure i Carass e i DRI, ma devo sottolineare che i Rejekts nel loro scream, growl e urla varie ci mettono parole in italiano che prendono spunto da argomenti scottanti e di interesse comune. Il comparto vocale è di Black, affiancato dalla voce del chitarrista Dave. Questo permette al messaggio di arrivare a segno, spinto da musica adrenalinica e un atteggiamento ironico, ma non scanzonato, da parte dei grinder lombardi. I brani hanno spesso una struttura variabile; ad esempio “Fango” parte come una trash/black song, per poi passare al grindcore e riprendere dopo una base crossover/crust metal. Una situazione del genere denota come i Rejekts abbiano una lucidità di fondo che non si spegne. Oltre ai musicisti già menzionati completano la formazione l’altro chitarrista, Joe, quel trattore di Nico “Noize” alla batteria e il tumultuoso Paco “Il Geometra” al basso. Tornando al discorso della non esistenza di questo album, il trattino nel titolo rappresenta l’ideogramma “ichi” e “l’ultima traccia strumentale “Saru no Tsuki”, letteralmente “la luna della scimmia”, rimanda alla storia della tradizione zen/giapponese delle scimmie che cercano di afferrare la luna riflessa nell’acqua, a questo tema si ispira la copertina ” e “l’ideogramma nel titolo è un modo per creare un anello di giunzione tra questo tema e l’intero album”. L’album contiene anche brani del precedente Promo, cinque in totale, tra cui la reincisione di “Nessuno”. Si sente che la band ha una propria dimensione, uno stile affinato, il quale non è istintivo o ottusamente brutale. C’è un’attitudine underground e le tante piccole pubblicazioni lo testimoniano, ma i Rejekts meriterebbero decisamente una mano da parte di qualche etichetta.

http://rejekts.bandcamp.com/

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10