copresonanceroom(My Kingdom Music) Sono rimasto veramente colpito dal nuovo album, il secondo, dei siciliani Resonance Room: un prodotto veramente maturo e coinvolgente, che mette assieme, oserei dire, il meglio di certo sound inglese di stampo vagamente gotico… con il meglio di certo sound svedese di stampo vagamente progressive! Senza leggere la nota promozionale non avrei mai detto che questi quattro ragazzi fossero italiani (catanesi, per la precisione), perché l’apertura mentale del loro songwriting è (purtroppo per noi!) abbastanza rara da trovare nel Belpaese. Le atmosfere progressive di “The great Insomnia” non sono esenti da richiami melodici a Porcupine Tree e Anathema; “Cages of Dust” è a tratti veramente solenne, e la potente voce di Alessandro Consoli esalta il tutto. Bellissima anche la progressione di “So precious”, brano che sembra infinito ma si interrompe invece lasciando stordito l’ascoltatore. “Naivety and Oblivion” è di nuovo più incline a un prog deciso (forse non è fuori luogo pensare ai Pain of Salvation, se non addirittura ai Katatonia più antichi), mentre “A Picture” ha quell’approccio al brano tipicamente inglese – gli ultimi Paradise Lost e gli Anathema mi sembrano ancora i riferimenti centrali, pur nell’ampia indipendenza compositiva della band. “Prometheus” è una ballad sofferta e intensa, che sfrutta al meglio le possibilità del sound; la conclusiva “Faded” lascia esplodere quel senso di disperazione sotteso all’intero disco. Consiglio sinceramente “Untouchable Failure”, soprattutto a chi si è innamorato di quella ‘gothic wave’ britannica di metà anni ’90 e ne cerca ancora espressione.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10