copreturnfromthegrave(Argonauta Records) Nuovo album per i veneziani Return From The Grave, a due anni di distanza dal debutto “The Rebirth From The Last Breath”. La band è dedita a uno stoner doom piuttosto classico, che si rifà a mostri sacri quali Orchid, Orange Goblin e, naturalmente, Black Sabbath. La prima cosa che si nota all’ascolto di questo “Gates of Nowhere” è senz’altro una particolare ricerca di sonorità vintage, con chitarre settantiane, riverbero vocale e un suono complessivo che risulta molto “pastoso” e old school. L’effetto, bisogna ammetterlo, è davvero notevole, anche grazie al mastering effettuato da Richard Whittaker degli FX Studios di Londra, che vanta collaborazioni con Saint Vitus, Solstice, Orchid e gli stessi Black Sabbath. Il lavoro svolto dalla band veneta è senz’altro buono, ma manca ancora qualcosa affinché questi 4 ragazzi possano finalmente affermarsi come band di riferimento del genere: la parte compositiva è complessivamente buona, ma purtroppo bisogna segnalare che le vocals di Semenz, pur a tratti molto suggestive, non convincono ancora al 100%. I pezzi migliori del disco sono senz’altro la opener “Words in Words” e le conclusive “Uncovered Fate” (con un arpeggio davvero mefistofelico, che a tratti mi ha ricordato addirittura i primi Dissection) e “River in the Sky”, il brano più seventies di questo lavoro e, forse, anche il più riuscito; in mezzo, “Center of the Will” e “The Rage of Rays” non sembrano, purtroppo, al livello degli altri brani dell’album. Da segnalare la bonus track “Inside Human’s Soul”, aggiunta verosimilmente quando il resto dell’album era già stato composto: si tratta di un pezzo veramente trascinante, a metà fra i primi Black Sabbath e i Monster Magnet, con la voce di Semenz finalmente sugli scudi. Senza dubbio, questo lascia molto ben sperare sul futuro della band. Un disco forse non imprescindibile, ma gli amanti del genere dovrebbero dare una possibilità a questa giovane band italiana, che ha tutte le carte in regola per poter fare molto bene in futuro.

(Francesco Tortora) Voto: 6,5/10