(ConSouling Sounds) Un’atmosfera cupa. Umida. Fredda. Una stretta mortale caratterizzata dal soffio gelido che proviene dalle montagne vicine alla città di provenienza, Denver, di questo trio capace di costruire una struttura sonora che ricorda una cella, un antro oscuro, dove l’ascoltatore viene murato vivo, dove i suoni marci e decadenti dei cinque pezzi di questo lavoro si propagano nell’etere, togliendo speranze, illusioni, vita. Si dedicano ad un doom pesante, influenzato da sonorità psichedeliche, arricchito da componenti melodiche tristi e sanguinose. I quarantasei minuti di musica di questo debutto sono un’esperienza ipnotica mostruosa. I suoni sono sporchi e trascinati, pur mantenendo una melodia chiara e diretta. La voce spazia dall’urlo soffocato e sofferto al cantato melodico ed oscuro. “Shark Skull”, la opener, catapulta velocemente nel mondo in equilibrio tra realtà e terribile fantasia costruito dai Royal Talons. “Robot Cities”, il miglior pezzo dell’album riesce a torturare l’ascoltatore con pennate violente sulle corde delle chitarre, materializzando un andamento impulsivo ed ossessivo.  Inquietante la finale “Western Path”, una tortura mentale che dura oltre nove minuti, e che, alla fine, ti abbandona ad uno stato catatonico/comatoso, come se la stretta mortale si allentasse, lasciando cadere a terra ciò che rimane di un essere, che fu, vivente.

(Luca Zakk) Voto: 8/10