(Onde Roar) Passeggiando nelle dimensioni di queste canzoni, si ricava l’impressione di essere nell’universo dei tarocchi. Proprio come ogni carta del mazzo, le otto canzoni decorate da testi comunicano storie e personaggi, fatti, leggende e aneddoti di una dimensione che sembra vivere accanto a quella dell’uomo e del tempo. “Apotropaico” è una bellissima canzone, ma la seguente “Il Giardino Violato” si presume essere una riflessione sulla pedofilia, mentre “Iside” vive di un’atmosfera doom e una tematica tra riti antichi e streghe. Il nuovo album di Artemisia si presenta dunque bene e conferma l’immenso estro dei goriziani. Con “La Guida” Anna Ballarin prende il sopravvento: la sua voce si esprime in solitudine, con il solo accompagnamento dell’acustica e tinteggia un soggetto lirico nel quale trascende anche l’amore, oltre alla percezione della ‘presenza’, l’elemento guida o angelo custode che sia. “La Guida” insieme a “Senza Scampo” che dura oltre sette minuti, è l’altro brano dal minutaggio elevato di “Rito Apotropaico” con i suoi quasi cinque minuti e mezzo. Grande il ritmo scatenato di “La Preda”, ma impressiona “Regina Guerriera”, una canzone che parla di Artemisia di Alicarnasso (regina della medesima città nella quale regnò dopo la morte del marito tra IV e V secolo a.c.) e avvicina gli Artemisia alla tradizione prog di matrice italiana. “Senza Scampo” sviluppa dunque un minutaggio ben superiore a tutto il resto e si avvicina a qualcosa tra gothic e symphonic, nonostante siano le chitarre a dominare e non di certo le flebili tastiere. La canzone parla dello sterminio degli ebrei perpetrato dal regime nazista in Germania ed Europa. Artemisia hanno estro, capacità di realizzare musica ben strutturata e bella. Molto bella. Artemisia coinvolge con la propria arte: ogni nota, arrangiamento, strofa, è un prodotto artistico cesellato.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10