copruins(Listenable Records) Giungono al quinto album gli australiani Ruins, band attiva dal 2002, ma che personalmente non conoscevo. Prima di leggere le note biografiche, ero convinto di trovarmi davanti ad una formazione scandinava, viste le sonorità che si rifanno palesemente al black metal norvegese di una ventina di anni fa. “Undercurrent” mescola idealmente le sonorità gelide, epiche e dissonanti degli Immortal con la potenza e la tecnica del death metal, mantenendo sempre atmosfere sulfuree ed oscure tipiche dei Celtic Frost. I pezzi sono incentrati su velocità non troppo elevate, a parte qualche blast beat sparso, eppure risultano essere feroci, aggressivi ed inquietanti. L’opener “Shadow Of A Former Self” è accattivante, grazie ad una parte thrashy centrale, ben inserita nel contesto glaciale del pezzo. La title track è più classicamente black metal, dal riffing tagliente e dalle velocità più elevate. “The Fires Of The Battlefields To Survive”, dopo alcuni minuti di riffs potenti ed incalzanti, cambia improvvisamente nel finale, con una lunga coda atmosferica di matrice ambient. Un album che pur non presentando grandi innovazioni, propone brani interpretati con una certa personalità, risultando estremamente godibili anche dopo svariati ascolti.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10