(Iron Bonehead Productions) Non si ferma la one man band australiana Runespell, pubblicando il quarto lavoro dal 2017 in poi, un costante incedere intervallato solo da uno split con i Forest Mysticism (recensione qui). Black metal ricco di pulsazioni, di vibrazioni oscure, tanto malinconico quanto guerrafondaio, tecnico ma primordiale, d’assalto ma farcito di melodie sinistre. Vibrazioni ciniche con “Atructures of Collapse” e “Vengeance Reign”, mentre si denota uno sguardo verso un old-school massivamente tendente all’epico con “Realm of Fire”. “Into Dust”, brano acustico, apre scrigni misteriosi, tesori proibiti, rivelazioni indicibili. Mid tempo melodico e letale con “Tides of Slidhr”, canzone che non riesce a contenere un’evoluzione eroica, titanica, concetti che convergono sulla drammaticità inquietante di “Shadow’s Dominion”, prima della nuova parentesi acustica rappresentata dalla conclusiva “Windswept Burial”, con la sua esecuzione mesta, forse tediosa, sicuramente meravigliosamente nostalgica. Un album che ha fretta di penetrare nelle carni, di farsi strada tra sentimenti tetri e deviazioni mentali. Un inno alla devastazione psichica e fisica. Un salto nel buio. Negli abissi più profondi, privi di luce, lontani da ogni refolo di aria respirabile.

(Luca Zakk) Voto: 8/10