(Purity Through Fire) Terzo appuntamento con il male, grazie ai diabolici finlandesi Sacrificium Carmen! Questo decennio abbondante di attività è stato testimone della devozione verso gli inferi di “Ikuisen Tulen Kammiossa” del 2016 (qui) seguita dalla consacrazione al vero satanismo finnico di “Hermetica” del 2018 (qui). Ora questo episodio unisce i punti, esalta l’insieme, rivela una band compatta ed ormai molto rodata, la quale prende l’energia grezza del primo album, la fonde con un’evoluzione della melodia del secondo, per dar vita ad arrangiamenti ricercati capaci di edificare un album di sublime black metal, tanto furioso, quanto catchy, tanto musicalmente brillante quanto tematicamente tetro. Concettualmente l’album si divide in due macro capitoli, anche rappresentati dai lati A e B delle stampe in cassetta e vinile: il lato A che divaga nella dimensione tetra ed occulta della mente umana, mentre il lato B contempla la morte, la propria morte, con i conseguenti percorsi sciamanici che ne derivano. Dannatamente catchy “Baphometin Siemen”, travolgente “Ihmiskunnan Inho Seuranain”, interessanti le evoluzioni emotive e molto melodiche di “Azrael”. Monumentale ed imponente “Demonosofian Houreet”, mentre la liturgia iniziale di “Kultasielu Helvetin” si abbandona poi ad un black incisivo, scorrevole, ricco di chitarra solista e di spunti irresistibili. Drammatica e vagamente apocalittica “Erakkotemppelin Ilmestyksiä”, ipnotica e penetrante la favolosa conclusiva “Haudankajossa, Soturi & Näkijä”. Nove brani scolpiti sulla pietra gelida con scalpelli incandescenti. Un dinamismo sonoro stupefacente, brani glaciali che deflagrano all’improvviso, ricchi di groove, di progressioni e di cambi tematici tanto improvvisi quanto azzeccati… senza poi dimenticare i ben forgiati ricami atmosferici suggestivi. Black di alto livello, di pregiata fattura… sempre e comunque al servizio del Diavolo.

(Luca Zakk) Voto: 8/10