(Chaos Records) L’inquietante polifonia delle chitarre in apertura di “A Terrible Pilgrimage to Seek the Nighted Throne” che introduce l’ascoltatore all’album “From Which Nightmares Crawl”, lascia presagire l’ambientazione sonora e di stile della band di Salt Lake City. Il death metal degli americani con lievi influssi doom metal è foderato di influenze svedesi degli anni ’90. At The Gates per esempio e qualcosa degli Edge Of Sanity nelle loro evoluzioni meno death metal. Il lavoro delle sei corde è totalizzante: le melodie sono vibrazioni di una distorsione granitica e posseggono un costante tono sinistro e inquietante grazie all’operato dunque di Connor G. Carlson, anche voce, e Geronimo Santa Cruz. “A Terrible Pilgrimage to Seek the Nighted Throne” è una composizione che apre più scenari melodici e variazioni nella sua struttura. Un buon condotto d’apertura verso questa dimensione sonora che pur ricalcando uno stile old style nella resa sonora, viene suonato in maniera volitiva, anche esaltante per certi arrangiamenti coraggiosi o di taglio moderno. La band non si abbandona al solo risuonare in un certo modo il death metal, a suo modo lo spinge verso qualcosa di diverso. Anche il lavoro ritmico di Ashton J. Childs alla batteria (ex Onethium) è distintivo e soprattutto lo si nota in pezzi come “Puritanical Dementia”, con le sue evoluzioni ritmiche e i controtempi, mentre in altri si limita per davvero al solo accompagnamento. A Childs si affianca il basso di Alex Seolas (Tomb of Belial) che galleggia in un livello del missaggio che lo rende ottimamente percepibile ed evita l’appiattimento delle chitarre e di tutto il resto. I brani, tra gli oltre tre minuti e mezzo e i quasi sei sono tutti di buona fattura, tuttavia proprio il lavoro di Carlson e Santa Cruz, espresso non solo con riff e assoli ma anche attraverso armonizzazioni e polifonie proprio come due chitarre gemelle, porta “From Which Nightmares Crawl” a diventare una perla nera. Ciò avviene anche per via del coraggio verso istrionismi nell’arrangiamento che per un album d’esordio non è cosa da poco.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10