(Sentient Ruin Laboratories) Samiarus, o ‘Samyaza’ più comunemente noto in aramaico, è il nome arabo del capo dei vigilanti nelle scritture apocrife abramitiche. È un angelo ribelle che condivise la conoscenza con gli uomini e diede alla luce i noti Nephilim, nati appunto da angeli caduti in disgrazia uniti a donne. Un nome mitologico, perfetto per questo manipolo di musicisti di Oakland, California, tutti provenienti da realtà come Abnutivum, Meth Sores, Flesh Dungeon, Doomsday, Slaughteruin, Abstracter e Mentor. L’attitudine dei Samiarus è quella di creare atmosfere oscure, tenebrose, cattive, attraverso un sound che oltre a essere la collisione tra il death e il black metal, emana vibrazioni di morte e al contempo telluriche. Un sound grezzo, forse troppo, e amorfo. L’impasto sonoro tra queste chitarre sature di distorsioni e un drumming che sembra un martello pneumatico, generano un’onda d’urto esageratamente grezza e tanto distruttiva. Salvifiche sono le variazioni nei pezzi, i momenti nei quali il passo rallenta, ma non quella sconquassante forza sprigionata dagli strumenti. Ecco, titolo è una sorta di terremoto maligno, un’enorme scossa sulla quale si addensano nubi nerissime e fulmini apocalittici. Il tutto dura a malapena venti minuti.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10