copsarpedon(Inverse Records) I norvegesi Sarpedon, lo ammetto, mi hanno colpito: la definizione ‘prog’ sta decisamente stretta alla loro musica, un connubio di generi a tratti impazzito, ma senza eccessive divagazioni intellettualistiche o fini a se stesse. Non lasciatevi quindi fuorviare dal logo black, genere di cui sono presenti pochi accenni… La titletrack è subito di genere indefinibile, e proprio per questo colpisce subito l’ascoltatore: ritmiche black, refrain stentoreo da power metal, chitarre aspre quasi da thrash… ma non pensate a un pasticcio perché l’amalgama tiene. Aulica e teatrale “The Claustrophober”: molto è dovuto allo stile canoro di Eirik P. Krokfjord, che per capirci si comporta come Mathias Blad dei Falconer. “A Seed of Evil” si rivela una sorta di power ballad dal ritornello maestoso; si chiude con le due parti di “My Mysteries unwind”, la prima più orientata su tonalità acustiche, la seconda dedita a sperimentazioni abbastanza folli di matrice prog, ma che sfiorano addirittura certo jazz frenetico. Pur restando nell’ambito dei generi classici, i Sarpedon sperimentano con gusto e capacità: consigliati a chi cerca qualcosa di extravagante ma senza andare a finire nel modern metal.

(René Urkus) Voto: 7,5/10