(Argonauta Records) E chi pensava che dalla soleggiata Liguria potesse nascere una creatura tanto cupa? I Sator sono genovesi e attivi da quasi un decennio, arrivando ora alla quarta opera sulla lunga distanza. Probabilmente siamo di fronte al loro lavoro più maturo e personale, dove finalmente si sente una personalità peculiare e ben caratterizzata, fatta di un doom dalle tinte sludge e stoner, ma con una voce urlata e distorta che avvicina pericolosamente il genere al black o ad un certo tipo di death di stampo svedese, quello marcissimo degli Entombed, tanto per intenderci. Quattro tracce molto lunghe, psichedeliche e settantiane, eppure intrise di mistero, ritualità e magia, più consone alle oscure macchie mediterranee visitate di notte piuttosto che un cimitero o un altro luogo dove il doom sarebbe normalmente di casa. Un disco che sprigiona carattere, in cui si sente che la formazione italiana sa cosa fare e dove vuole andare…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10