copScapes(Night in Terrors/Nihil Ultra) Suoni caldi ed atmosferici dalla fredda Finlandia. Gli Scapes sono una nuova realtà e questo è il loro interessante e convincente debutto. Tutto parte dal vocalist, in questo album anche batterista e chitarrista, artista già attivo su altre band estreme; a livello personale decide di creare qualcosa con voci clean, ed ora la band è un quartetto (live) che ricorda suoni di Paradise Lost, una certa epoca di Moonspell ma anche Amorphis e Borknagar, con sezioni acustiche alla Ulver. L’album è estremamente coinvolgente, ed è una costante alternanza di riffing pesanti e momenti pieni di oscura atmosfera, vagamente intensificata da istanti trionfali, ricchi di parti acustiche sempre orientate al tetro. Metal oscuro ed atmosferico dunque, sette tracce capaci di stimolare le emozioni più nascoste e occulte dell’ascoltatore. Olli, il singer, ha una voce dark e profonda, sempre clean, sempre con una impostazione melodica perfetta, e la sua performance arricchisce intensamente ogni singola traccia, sia essa atmosferica o pesante. Impressionante la perfezione dei suoni, degli arrangiamenti… cosa non sempre reperibile in un debutto, in una prima prova, nei primi passi verso una nuova direzione; è comunque difficile descrivere il sound degli Scapes, in quanto sono le emozioni la componente principale e, talvolta, è impossibile descrivere con parole degli stati d’animo. In apertura “Caring Is Gone”, pezzo molto riflessivo, decisamente orientato al sound dei Paradise Lost (la voce è simile a quella pulita di Nick Holmes). “Unseen Infinte” crea un po’ di piacevole inquietudine, abbinando una glaciale melodia di chitarra con una ritmica poderosa ed un singing epico e decadente. Il vero capolavoro è “Song Of A Mountain”: una canzone intima, tetra, quasi tribale, ricca di gloria, esaltazione spirituale. Olli canta in maniera immensa e lo spartito che segue è una melodia stupenda, diretta, coinvolgente, capace di coinvolgere in maniera totale specialmente con il ritornello; gli arpeggi e i giochi delle ritmiche calde e progressive aiutano ad innalzare ulteriormente il livello di questo pezzo unico. Molto più metal “The Melancholy Cycle”, un pezzo che riporta ad una certa variante di death melodico, ma sempre troneggiato dalle clean vocals. Armonia, tratti acustici e cattiveria sono concentrati su “Devil May Dare”. Profonda, malinconica, oscura l’ottima “Every Walking Dawn”, mentre la conclusiva “Doomscapes” risalta ancora una volta la bivalenza del progetto, capace di integrare con genialità componenti metal e filoni dark molto toccanti. Un album riflessivo, potente, registrato in maniera impeccabile. Ai confini tra la band rivelazione e la one man band ricca di disagi personali trasformati in musica sublime. “One:Unseen:One” rappresenta quaranta minuti di musica intensa alla quale è opportuno abbandonarsi completamente per godere al massimo della vasta gamma di vibrazioni emesse.

(Luca Zakk) Voto: 8/10