(Autoproduzione) Us power metal nel secondo, pesantissimo disco degli Scars of Armageddon, da McHenry, Illinois: nulla di nuovo sotto il sole, ma una predilezione per i brani di media/lunga durata che potrebbe fare gola a chi ama Helstar, Agent Steel e forse anche un po’ Vicious Rumors. Dopo il “Prelude”, la titletrack è una valanga di power/thrash melodico dove il break è utile a rifiatare; torrenziale anche “Lockdown”, mentre “Elf Revolution” ci butta dentro un po’ di trame progressive. “Turns to Grey” è l’immancabile mid-tempo di sostanza, dai toni a tratti solenni, mentre se cercate scorribande chitarristiche di pregio potete rivolgervi a “Endless Horizon”. I nostri prediligono brani lunghi e intensi: “A good Day to die” ha qualcosa degli A tortured Soul nelle sue spigolosità a tratti dissonanti; “What lurks beneath” però sembra mescolare un po’ troppi generi, andando dai growling power/death a un break NWOBHM. Con “Fatal Impact”, dove riecheggiano pure gli Iced Earth, si chiude un platter che non fa certamente dell’immediatezza la propria arma migliore, ma che può incuriosire lo zoccolo duro degli amanti delle spigolose sonorità a stelle e strisce.

(René Urkus) Voto: 7/10