copschemaz(Raine Management) È probabilmente chiaro che la band siciliana in esame esibisce un cantato in italiano, visto il nome. Parole su un tappeto musicale dannatamente heavy oriented. Promozionalmente gli Schema Zeta sono stati indicati come una band di modern metal ma solo in parte le cose stanno così, infatti l’ossatura ritmica e la solida robustezza del riffing, riescono a portare ben più avanti i Zeta rispetto a quanto si possa raccontare, sia da un punto di vista promozionale che di valutazione giornalistica. Già il video “Catene” aveva avvisato quanti attendevano questa nuova produzione, dal sound duro e forte, ma altamente capace di rendere il senso della melodia in ogni singolo istante. Bravi i musicisti a tessere il proprio stile e altrettanto Zed con la sua ottima voce a creare la vera anima melodica dei pezzi. Una specie di Giuliano Sangiorgi che non canta boiate. “Viola” si barcamena tra tagli e sprazzi melodici che si rifanno all’alternative metal, al modern ma soprattutto nei ritornelli, mentre il quadro generale e la struttura dei pezzi vive di un heavy/thrash snello, tonico, essenziale. A dire il vero l’essenzialità non è totalmente di casa nel modo di comporre dei Zeta, visto che le canzoni hanno strutture ben curate e spesso articolate. Questo aspetto costringe anche a qualche ascolto supplementare per assorbire per intero il lavoro, segnato da una produzione forse non adeguatamente bilanciata. La title track esibisce come ospite Fabio Lione e rappresenta un esempio lampante di quanto gli Schema Zeta siano ricchi di contenuti. Ci sono altri brani di grande interesse, melodie che si appiccicano alla corteccia cerebrale dell’ascoltatore e tutto quanto è un ispirato turbinio di heavy metal con un distintivo “wall of sound”, sul quale vengono stampate parole chiare e sentite.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10