(WormHoleDeath Records) Sono tre i piani che concretamente definiscono le strutture di “Schysma”. La maestosa voce di Eliana Sanna, le tastiere di Martina Bellini e l’impianto strettamente metal creato da chitarre e sezione ritmica. Quest’ultimo piano è cementificato da Vladimiro Sala, chitarre, Luca Solina alla batteria e dal basso di Fabrizio Gaffuri. Espressione di un metal moderno con elementi nu metal, già uditi nel primo album “Idiosyncrasy”, i Schysma sono autori di un sound nel quale appunto diverse anime trovano il modo di coabitare. La Bellini, fondatrice del gruppo, tiene per larghi tratti la tessitura con i tasti bianchi e neri lontana da situazioni puramente orchestrali – tranne in “Redrum” per esempio – e la cosa può essere saggia perché l’utilizzo di una voce operistica come la Sanna restituisce già un senso di maestosità che non ne richiede ulteriori aggiunte. Resta da chiarire il fattore metal insito nello sviluppo delle trame degli altri tre. Interessante il prog di “Aequilibrium” ma colpisce anche “Into My Illusion” che vede toni più calmi, ma in fatto di calma però stravince e con merito “No Lease of Life”. Sono tre pezzi comunque vivaci e meno dirompenti e potenti quanto quelli di una buona parte dell’album. Il correre bombardando l’ascoltatore diventa un atto sfiancante e la band dovrebbe anche rallentare, perché il rischio è di produrre pezzi esasperanti. L’arrangiamento resta comunque la prerogativa base delle intenzioni dei Schysma, dove infatti si lima, si smussa e si prova a rendere tutto fruibile.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10