(Scarlet Records) Sorprendente ed interessante progetto internazionale questi Sede Vacante! Il moniker non deve trarre in inganno: non sono italiani e non son nemmeno la (poco attiva) death metal band americana, piuttosto sono un’idea di Michael Tiko, compositore ed ex chitarrista dei greci Rage of Romance, il quale ha coinvolto la vocalist francese Lucretia Raa (ovvero Stephanie Mazor, di Pave the Path e Soulglass), il bassista Nick Gkogkomitros e Jannis K., il batterista finlandese dei (altrettanto poco attivi) grove metallers Hatetrend. Sede Vacante non è un’idea nuova, si formano di fatto nel 2015, ma è con questo secondo album che l’idea prendere una vera forma, con la line up rinnovata e questa deliziosa tendenza goth di un metal moderno e di matrice sinfonica. Siamo in un territorio già calpestato da bands che spaziano tra Evanescence,Lacuna Coil e Theatre of Tragedy, ma è evidente già dal primo ascolto che questo “Conium” sia in grado di manifestare una propria personalità stilistica, rendendo la band un ottimo e decisamente piacevole ascolto. Dopo un intro tanto atmosferico quanto teatrale, “Mistaken” si rivela aggressiva, collocandosi tra black e dark goth… come certi capitoli esplorati dai nostrani Death SS; la voce di Stephanie è tanto seducente quanto minacciosa, per un brano che evolve tecnicamente, integrando immense componente sinfoniche, coinvolgendo, attraendo, stimolando. Elettronica e chitarre taglienti circondano un incedere vocale mistico su “Dead New World”, un pezzo di modern metal grintoso e sicuramente avvincente. La title track sa essere pesante, ma anche in grado di offrire ampio spazio melodico a Stephanie, voce poi sublime per un’ottima e tetra cover di “Paint It Black” dei The Rolling Stones. Poderosa ed incalzante “Melancholy Bled”, tra i migliori capitoli del disco, mentre ci si addentra in una dimensione ancor più teatrale con l’ottima “Wheel of Misfortune”, prima della bellissima, malinconica e conclusiva “Tattoo”. Dietro la bella copertina di Dimitris Tzortzis, un album farcito di ritornelli memorabili, ritmiche pungenti e arrangiamenti che tendono sempre ad essere grandiosi. Musica e testi, poi, che scavano nel profondo dei sentimenti dell’uomo, attraverso la psiche, scoperchiando segreti oscuri ed indicibili, portando in superficie le piaghe più dolorose dell’esistenza umana.

(Luca Zakk) Voto: 8/10