copseeyouleather(Autoproduzione) Primo EP per questa band proveniente da Catania che propone un mix molto eterogeneo di diversi stili musicali. Il thrash prevale e fin dal primo pezzo lo notiamo: velocità dettata dal classico doppio pedale e chitarre old school che ricordano gli anni doro del thrash americano… Il thrash quello vero, non la spazzatura “fashion” degli anni 2000! “I Am the Beast”, il secondo pezzo di questo EP, ci introduce alla vera anima della band siciliana, il death metal. Il death metal non per forza deve essere esplicito e diretto, ma può essere concepito anche come componente “latente” all’interno di una produzione musicale; latente perché spesso non lo si nota, ma è presente in ogni brano con caratteristiche spesso comuni. Queste caratteristiche possono essere per esempio i cambi di ritmo improvvisi ( tipici del death tecnico) e i breakdown (tipici di un death più moderno se vogliamo). Ascoltando più volte questi quattro pezzi molte grandi band del passato possono tornare in mente a partire dagli immortali Death (si, lo so, io sono sempre stato di parte) ma anche la “violenza grezza” dei primi Obituary, per non parlare dei primi breakdown della storia suonati dai mitici Pantera. Molte altre influenze si potrebbero citare, a partire dal doom metal che a parer mio spesso è presente e dona momenti di riflessione all’interno di “Back to Aleph”. Il doom, per esempio, l’ho notato nell’ultimo (e a parer mio, il migliore) pezzo, ossia “Il Canto di Ossian”, dove si possono notare certe melodie tipiche di gruppi decadenti come i My Dying Bride oppure gli Ahab. Un lavoro dunque che senza dubbio va ascoltato e riascoltato perché questi quattro ragazzi siciliani di certo non giocano ma fanno sul serio, e questo si nota decisamente in questi quattro brani veramente lodevoli. A voi l’ascolto e buona discesa nelle tenebre. See You Leather: tributo alle glorie del passato.

(Matteo Molotov Ross) Voto: 7,5/10