(Earth and Sky Productions) Gli italiani Sententia Mortis sono in circolazione da un pezzo. Si sono formati nel 2008 come quintetto ma ben presto la band rimase orfana della maggior parte dei componenti, riducendosi ad un duo. A quel punto fu chiamato il vocalist dei Dominance per poter completare la line up e dar vita al debutto intitolato “Mother Earthquake” uscito tra la fine del 2010 e gli inizi del 2011, poi seguito l’anno successivo dal secondo album, “Verbum Inferi”. Da allora ben 10 anni sono passati: diverbi, la band che si riduce ad una one man band in mano a Demon, la stesura del disco che è andata a rilento, forse anche sospesa, fino a quando non entrano in gioco due membri dei Chronic Hate (il bassista Marco e il vocalist Andrea), i quali collaborano con Demon per dare finalmente vita a questo terzo capitolo di una serie originariamente concepita come trilogia. La voce è quella cavernosa e marcatamente death metal di Andrea, la quale certamente contamina in maniera diabolica il symphonic black metal al quale Demon è devoto, dando vita ad un disco energetico, grintoso, tagliente che sicuramente abbraccia lo stile degli Old Man’s Child, o dei Dimmu Borgir dei primi album, a volte con progressioni o divagazioni sinfoniche molto simili alle due band norvegesi. Grandi riff ricchi di potenza, drumming veramente poderoso, tastiere che riescono a dar vita a bellissimi scenari apocalittici: avvincente “Would You Deny”, spietata “From Here to the Sun”, ricca di melodia “Visions of Misery”, rabbiosa “Black Heart”. Con un artwork poco curato e volutamente legato all’underground, oltre che fratello delle copertine dei due precedenti capitoli, “Untold Abominations” non è originale e non regala sorprese particolari ma, indubbiamente, è un disco molto ben fatto, ben suonato, ricco di dettagli ed atmosfere che sicuramente emozioneranno tutti coloro i quali, come Demon, sono rimasti strettamente legati al symphonic black dei primi tempi. Un album che forse oggi attira l’attenzione, ma indubbiamente un lavoro che avrebbe avuto tutt’altra visibilità se fosse stato pubblicato nel bel mezzo degli anni ’90!

(Luca Zakk) Voto: 6,5/10