copSeprevation(Autoproduzione) Primo full length per i Seprevation, band Inglese dedita ad un thrash/death metal che affonda le proprie radici negli anni ’80 e ’90, ricco di accelerazioni improvvise, assoli al fulmicotone alternati a parti più cadenzate, una sorta di incrocio tra gli onnipresenti Slayer e i Sadus. Un arpeggio di chitarra acustica apre “Divine Devastation”, canzone che si sviluppa con un riff che ricorda i primi Sodom e le vocals che alternano uno screaming a parti in growling. ”Servants Of Suffering” ha un incedere più slayeriano. A metà canzone si inseriscono partiture più rallentate e intricate in pieno stile death metal. “Ascension Of Agony” è velocissima, corta e tirata, puro thrash metal. Il riff portante di “Sarcophagal Chamber” è la copia di quello di “Piece By Piece” degli Slayer, cadenzato e pesante. Poi a metà brano parte un’accelerazione al limite del grind che riconduce al riff iniziale. “Dreams” è meno furiosa e maggiormente ragionata, ricordano da vicino i Death di “Individual Thought Pattern”. “Slave To The Grave” è una fucilata in pieno volto, velocissima e particolarmente aggressiva. Un riff cadenzato e molto tecnico apre “In Torment They Burn”, brano che procede con un riff thrash e un’accelerazione death in un susseguirsi di accelerazioni e decelerazioni. “Sea Of Thoughts” è un mid tempo caratterizzato da un cantato dalla metrica rap sostenuta da un riff roccioso. “Postmortem Lividity” ci riporta al death furioso, tre minuti di violenza pura. “Between Two Worlds”, posta a fine album è forse il pezzo più particolare: partiture violentissime, rallentamenti e chitarre acustiche, assoli melodici su cui si staglia il vocione growl; tutte le caratteristiche della band racchiuse in una sola canzone. Pur essendo un lavoro ancorato alla vecchia scuola, “Consumed” suona fresco, merito anche della produzione ad opera di Stefano Morabito, che ha saputo mantenere il feeling ottantiano e creando allo stesso tempo un sound potente e al passo con i tempi.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10