(Nuclear Blast Records) Debuttano con la Nuclear Blast i greci Septicflesh, pubblicando l’undicesimo album in oltre trent’anni di carriera. Sempre più maestosi, teatrali, cinematici, con un travolgente senso di bellezza che si fonde con l’orrore, partendo dall’impattante copertina, passando per i testi fino al soundscape tuonante che queste nove tracce sono capaci di diffondere nell’etere. Interessante quella ‘primitività’ nel titolo del disco, per una band sempre devota ad un sound super tecnico e ultra moderno, un titolo che riassume il senso dell’intero lavoro, ovvero una evoluzione umana che vuole raggiungere nuovi traguardi… che non si arresta mai, pur risultando spesso regressiva, visto e considerato che i nostri istinti animali e primordiali sono ancora ben presenti, dominanti, molto lontani da qualsivoglia evoluzione, cosa che ci porta costantemente verso una sorta di ripetizione delle nostre azioni, commettendo gli stessi errori, gli stessi orrori, verso una storia nuova che altro non è che la rivisitazione di quella già trascorsa, in un lacerante vortice discendente che si ripete, mostrando costantemente la decadente debolezza che caratterizza la nostra specie. Brani come “Neuromancer” sono pura devastazione di altissimo livello, perfetto esempio di un disco con una produzione superlativa. Symphonic death metal che non divaga, che non perde di vista l’obiettivo principale, pur suonando fresco, attuale, sempre capace di trasmettere quel senso di misterioso magnetismo, ovvero il vero marchio di fabbrica della grandezza dei Septicflesh.

(Luca Zakk) Voto: 8/10