copSergeantHamster(Tone Deaf Records) Debut album per i Sergeant Hamster, band Palermitana nata nel 2007. le radici musicali del combo affondano negli anni ’70, fondendo l’hard blues iper distorto dei Blue Cheer con il riffing pachidermico dei Black Sabbath a cui si aggiungono sonorità psichedeliche alla Hawkwind, creando un sound vicino a quello di Kyuss e Unida. Ma questo lavoro non si limita a essere una scopiazzatura dei grandi del passato; la band attinge da queste influenze creando uno stile che, pur restando fedele alla tradizione, tiene conto anche di sonorità più attuali. Ne è un esempio l’opener “Space Duke”, introdotta da un giro di basso che ricorda da vicino i Tool che conduce ad un riff sabbathiano su cui si staglia la voce blues di Simone Trombino. “Sleepless” mantiene sempre quel feeling anni ’70, ma contaminato da echi post grunge e da linee vocali paranoiche. La successiva “Fimament’s Way” viaggia sugli stessi binari, ma nel finale parte un riff in cui salgono nuovamente in cattedra i Black Sabbath. “Up In Smoke” mescola nuovamente le carte, con un riff veloce vicino al punk/core che porta alla parte centrale del brano, dove cambia improvvisamente in un hard blues. L’atmosfera cambia ancora negli arpeggi liquidi in prossimità dell’assolo che riconducono al riff punk iniziale. “Supergiant” è un pezzo groovy che molto deve ai Blue Cheer, così come “Good Man”, lenta e classicamente blues, fino al finale dove il brano accelera. Il suggestivo interludio strumentale “Subversive Intermission” è ipnotico e disegna atmosfere spaziali di scuola Hawkwind. “Universe Ride” poggia su un riff lento e monolitico tipicamente stoner, mentre “Rebel Sleep” è rock’n’roll selvaggio e veloce, come mr. Lemmy Kilmister insegna. La conclusiva “Far And Gone” è caratterizzata da un riff sabbathiano su cui si stagliano linee vocali molto particolari ed espressive. L’album è ottimamente prodotto, i suoni sono potenti e ben bilanciati, per un lavoro che sia a livello compositivo che come suoni può ritagliarsi un posto al sole nel panorama stoner internazionale.

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10