(Alcyone Records) Si danno molto da fare, i Serpent Lord: questi ragazzi ellenici all’esordio curano molto immagine e sito, e il loro occult heavy metal si fa sufficientemente godere nella sua ricerca di un risultato innovativo che sia comunque ortodosso e rispettoso dei grandi nomi del passato. Arcigna e doomish la opener “The lesser Key”, anche se gli improvvisi acuti di Marios Arikas sono un po’ gratuiti. “Nephilim” trasuda di occulto e di rimandi ai Candlemass, mentre sale il pathos nell’oscura “Sacrilegium”. “Serpent, the Lord” è un manifesto programmatico di occult metal della vecchia scuola, e anche “Blood Offering” ha un convincente ritornello da Sabbath era Dio. Con la tirata “Seed of Divine” si chiude un disco breve (39 minuti per otto brani e due intermezzi strumentali) che non demerita assolutamente, ma neanche fa gridare al miracolo. Curiosità: uno dei brani, “Evvuio Oitovo Iman”, è addirittura cantato in frigio, antichissima lingua diffusa fra Grecia e Turchia oltre 3000 anni fa.

(René Urkus) Voto: 7/10