(NoEvDia) One man band, Portogallo, debutto. In verità il progetto è diretto da A.Ara (ovvero Ainvar Ara -all’anagrafe Gonçalo Borges- anche membro di Angrenost e Storm Legion), ma ci sono altre varie entità che iniettano oscurità in questa idea, e tra questi Dagur Gíslason e Magnús Skúlason dei gli islandesi Misþyrming, Erdsaf degli Angrenost e Ólöf Rún Benediktsdóttir degli Svartþoka… creando un punto di connessione tra la musica estrema lusitana e quella dell’estremo nord, nessuna delle quali ambisce a qualsivoglia spiraglio di luce o speranza. Sette brani, sette ostilità, sette abomini, sette espressioni di depravazione che condannano e assolvono in un’unica soluzione. Black metal? Concettualmente siamo ai primordi, un black che si fonde con ipotesi di funeral doom, esaltandosi con dissonanze avant-garde, in un turbinio di spiritualità dissacrante, di divagazioni esoteriche, dentro una tormenta di sensazioni velenose recluse in una ambientazione desolata e devastata dalle fiamme infernali. “II” prende molto della componente islandese, “III” lascia emergere una chitarra solista la quale sembra dare speranza, una speranza distrutta dalla violenza e la drammaticità del brano. Meravigliosamente demoniaca “IV”, complessa e molto avant-garde “VI”, decisamente accattivante la conclusiva “VII”, dal pianoforte introduttivo, fino alla componente epica e quella incisiva chitarra solista. Black metal interpretato con maestria: ritmi lenti e rituali, ritmi violenti e disumani; voci eteree e femminili, growl bestiali e urla animalesche; momenti introspettivi surreali, sfuriate quasi epiche, fino ai laceranti inabissamenti brutali.

(Luca Zakk) Voto: 8/10