copseventho(Autoproduzione) Questa band proveniente da Mantova presenta un metalcore in chiave tecnica che senza dubbio ricorda i seminali August Burns Red, ma allo stesso tempo include una buona dose di death metal, il quale viene mixato all’hardcore e va a creare il tanto nominato, e spesso disprezzato, deathcore. Disprezzato perché nei primi anni 2000 la scena era satura di band che proponevano questo sound ibrido ma troppo spesso banale… Insomma per farla breve, era sempre la solita storia, il “solito album deathcore”. Grazie a Dio a volte non è così e i Seventh Oar ne sono l’esempio. Questo EP ha carattere e personalità; l’hardcore suonato in chiave moderna non è mai stucchevole o noioso e la componente death è predominante per quanto riguarda la tecnica e il cantato growl che si alterna ad uno scream decisamente hardcore. Lodevoli i breakdown ben strutturati e coinvolgenti a tal punto da poter definire i Seventh Oar una band “Breakdown-core” e non semplicemente metalcore. Splendido l’ultimo pezzo, “Suspended”, il quale a parer mio incarna tutti i concetti sopracitati e incorona, sempre a parer mio, “Ordalicum” come uno dei migliori lavori metalcore degli ultimi anni, senza nulla da invidiare alle tanto imitate band d’oltreoceano che però spesso propongono lavori senza personalità o carisma. Per concludere, EP consigliatissimo agli amanti del metalcore e non, e sfido chiunque a restar seduto comodamente nella propria poltrona mentre l’ennesimo breakdown sfonda le casse dello stereo e con prepotenza si propaga ovunque e sembra voler dire : “Anche in Italia il metalcore esiste, eccome se esiste!” Seventh Oar: Breakdowncore.

(Matteo Molotov Ross) Voto: 8,5/10