(Napalm Record) Niklas Kvarforth e il suo alter ego. Niklas Kvarforth e la sua nemesi. Niklas Kvarforth e la sua creatura violenta, dannosa, autolesionista. Niklas Kvarforth vittima, succube e schiavo dell’entità Shining, la quale dopotutto, è una deviazione psichica dello stesso Niklas, il quale per undici album -oltre 25 anni- ha continuato ad alimentare il suo progetto con la sua instabilità mentale, tanto che il progetto stesso ha reso sempre più sconvolta la sua psiche, alimentando disagio, disperazione, tendenze suicide… e -soprattutto- infinito genio. Brani seducenti, imprevedibili, ricchi di groove, legati al black metal ma capaci di prendere improvvise altre direzioni, spesso opposte, scovando nuovi sentieri, inoltrandosi verso momenti di pura estasi musicale. “Avsändare Okänd” è aggressiva, offre quel black metal graffiante tipico degli Shining, inglobando comunque parentesi atmosferiche, strizzando l’occhio a teorie jazz, abbracciando un senso di teatrale malignità senza confini. Ipnotica, delicata, suggestiva ed uggiosa “Snart Är Dem Alla Borta”, un brano che con arrangiamenti complessi e ricchi di dettagli, accompagna dentro le tenebre più impenetrabili, nuovamente con una performance vocale immensa, chitarre sublimi, verso un crescendo schizoide di maestosa violenza e disumana rabbia. “Allt För Döden” è probabilmente la traccia più direttamente collegabile allo stile classico della band, con mid tempo ruvidi, divagazioni acustiche, riprese destabilizzanti, in un costante gioco tra la crudeltà del black e la magia diabolica di rock e blues, mentre “Fidelis Ad Mortem” si rivela un capolavoro di occult dark prog: lenta, ricca di tecnica e di groove, con linee vocali impattanti -a conferma della versatilità eclettica di Niklas- ed una chitarra semplicemente irresistibile firmata da Andy La Rocque. Il pianoforte della strumentale “Åttahundratjugo” esalta una decadenza di altre epoche, prima della conclusiva e lunghissima “Den Permanenta Sömnen Kallar”, un brano estremo che lentamente affianca i pezzi che lo compongono, aggiungendo dettaglio dopo dettaglio fino ad una esplosione sonora ricca di dissonanze, micidiale, deviata, anch’essa ovviamente interrotta da parentesi molto ben combinate, sia introspettive e uggiose che grintose e quasi thrashy. In tutto questo una band rinvigorita, non solo per il debutto con la nuova etichetta: rimane infatti l’ormai inseparabile chitarrista Peter Emanuel Huss (anche di Shadowquest), ma si aggiungono dei nuovi iconici elementi: Charles Edward Hedger (Mayhem, ex Cradle of Filth) alla chitarra, Alex ‘Impaler’ Friberg (anche live session dei Naglfar) al basso ed il mitico batterista Nicholas Barker, il quale in carriera ha massacrato le pelli per Cradle of Filth, Dimmu Borgir, Testament, Brujeria e tanti altri, completando quella che forse è la miglior line up di sempre degli Shining. Artisticamente, poi, come fu per il capolavoro “Redefining Darkness” ed il superlativo “X: Varg utan flock” (recensione qui), Mr. Kvarforth si è superato, concependo un disco immenso, seducente, tanto violento quanto malinconico, tanto disperato e abbandonato alla mestizia, quanto pungente, penetrante ed crudelmente cinico. Ancora una volta un irto e tortuoso sentiero attraverso tenebre lungo l’infinito cammino verso l’ambita illuminazione e la definitiva redenzione.

(Luca Zakk) Voto: 10/10