copshiversaddiction(Revalve Records) Da Saronno, gli Shivers Addiction inviano il loro secondo album “Choose your Prison”: i nostri parlano di se stessi come una formazione power/prog, ma non sarei del tutto d’accordo, perché vedo nella loro musica maggiori influenze che vengono dall’heavy metal classico e dal thrash. Li accomunerei quindi a un’altra ottima band, sempre italiana, ma proveniente dall’altro capo della penisola: i napoletani Black Inside. Aggressiva, con un feeling thrasheggiante e un riff godibile “Eternal Damnation”; punta invece su reminiscenze alla Savatage “The King and the Guillotine”, l’unico brano davvero ‘progressive’, in cui i chitarristi hanno modo di sbizzarrirsi nelle sezioni strumentali. Tosta e gagliarda anche “Money makes the Difference”, che ha anche il primo refrain facile da cantare: ma quello che i nostri perdono in melodia lo guadagnano in durezza e spessore. Il disco si incattivisce nuovamente con “Freedom” e soprattutto con la ruvida “Where is my Future”; “Against we stand” devia invece verso la potenza grassa del metallo classico, quello che dice Priest (quasi) in ogni nota. “Painted Arrow”, presente in due versioni, è forse la summa del sound della band: potente, vagamente alla Metal Church degli anni d’oro, ma capace anche di interessi divagazioni acustiche e addirittura di una sezione strumentale che ricorda molto i Warlord. Per chi ama le sonorità tipicamente tricolore, un disco davvero interessante.

(René Urkus) Voto: 7,5/10