(Spikerot Records) Lavoro complesso questo terzo album dei Shores of Null! Complesso in quanto non si tratta di un album convenzionale con vari brani: qui c’è un unico brano, una suite di trentotto minuti che un po’ si allontana dal puro doom/black tipico della band. Qui c’è atmosfera, c’è emozione, c’è melodia… il tutto supportato dall’ampio ventaglio di musicisti ospiti: c’è Mikko Kotamäki dei Swallow The Sun a supporto della voce, con i suoi scream, clean e growl, poi c’è Thomas A.G. Jensen (Saturnus) con altri growl e recitazione. Ed ancora, Elisabetta Marchetti degli Inno con voce clean femminile, mentre il growl femminile è affidato a Martina Lesley McLean (Enforces, Methedras). C’è Marco Mastrobuono degli Hour Of Penance al basso (ed anche come produttore), oltre che Paolo Campitelli al piano, Fabio Gabbianelli al contrabbasso e Valentina Gabbianelli al violino. Non solo gli ospiti noti ma anche la scelta degli strumenti non convenzionali rivela fin da subito che questa opera vuole andare oltre, superare le normali barriere racchiuse nel metal… traguardo riuscito alla perfezione capace di offrire un bilanciamento superlativo tra divagazioni malinconiche, doom pesante, tendenze gotiche che ricordano antichi Paradise Lost, senza tralasciare black metal e parentesi suggestive di immensa ricchezza stilitica. Il brano evolve, cambia, svolta speso e all’improvviso, quasi una sequenza di atti teatrali messi in musica, in emozioni, in sensazioni. Con testi ispirati al libro “La morte e il morire” (‘On Death And Dying’ in inglese, per l’appunto) della psichiatra Elisabeth Kübler Ross (studiosa legata alla psicotanatologia), questo lavoro va ben oltre i livelli finora raggiunti dalla band italiana, regalando agli ascoltatori un viaggio misterioso dentro la mestizia dei meandri più oscuri dell’intero ciclo esistenziale, fino alla fine, fino alla consapevolezza e all’accettazione della stessa.

(Luca Zakk) Voto: 9/10