copsienaroot(Gaphals) Mi accorsi dei Siena Root per un motivo molto banale: la parola “Siena” nel nome, la quale pare che si riferisca proprio ai caldi colori di quella terra dove si trova appunto la splendida città. Subito dopo li ho incisi nella mente per quell’adorabile sound anni ’70 al quale sono legato. La frenesia dei pezzi, il loro essere vivi, pieni di linfa rock e non solo, quella destrezza nel rendere ogni composizione un prodotto di un’epoca in cui il rock era il nuovo padrone del mondo, ha sempre affascinato chi scrive. Il quinto album degli svedesi si apre magnificamente con “Between the Lines”, canzone che annuncia e riassume tutte le coordinate di stile della band. Suoni, strumenti, linearità delle melodie, pulizia compositiva, atmosfera vintage, tutto, ma proprio tutto corrisponde alla tradizione dei Siena Root e al rock seventies in piena regola. In questo gli svedesi non si sono spostati dal proprio essere, la differenza la fanno i pezzi: tutti gradevoli, puliti, vestiti dell’abito migliore che la band potesse mai esibire in questo nuovo viaggio compositivo che l’ha portata al quinto album e come sempre a un livello stilisticamente alto. Mi rendo conto che questo sound oggi per molti potrebbe apparire anacronistico, o celebrativo, ma riducendo l’esperienza alla musica, alla semplice linea che concatena le note, non si riesce a non rimanere incantati da come ogni singola parte dei pezzi sia un passaggio fatto con gusto. Le canzoni non sembrano mai avere una vera unità compositiva. C’è un inizio ben strutturato secondo le regole classiche, ma quello spirito selvaggio e di sperimentazione attraverso jam improvvisate nel centro dei pezzi eseguiti, o di assoli protesi a duellare con altri assoli, rendono a tratti anarchiche le strutture dei brani che comunque si chiudono secondo il motivo portante che si è udito all’inizio di ognuno. Un cerchio che si chiude. Inutile segnalare qualche brano o citare eventuali fonti o artisti, i Siena Root si collocano in quegli anni, in quei tempi, accanto a quelle divinità, ma comodamente adagiati nei nostri giorni.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10