(Eclipse Records) È molto difficile ascoltare questo album senza rimanere quantomeno esterrefatti! La band di origine venezuelana/statunitense, ormai giunta al terzo album e sempre capitanata dal frontman e chitarrista Eduardo Osuna Gil, porta la mente dell’ascoltatore più esperto verso Dream Theater incrociati con Symphony X, passando per Rush e con una poderosa tendenza verso i… Cacophony! Davvero: dopo decenni, finalmente quel sound, quello stile, quel virtuosismo frenetico, quella magia trasversale che nella storia del metallo pesante solamente Jason Becker e Marty Friedman sono veramente riusciti a materializzare! Potrei raccontarvi la storia di questa band relativamente fresca (si sono formati nel 2010) oppure ricordarvi che questo disco è stato prodotto da Steve Evetts (The Dillinger Escape Plan, Suicide Silence). Ma più direttamente potrei invitarvi ad un attento ascolto. Un investimento di circa settanta minuti estremamente redditizio… settanta minuti tuonati, settanta minuti che svelano, rivelano e sopredendono! L’imponente opener “Agony” è prog di pregiata fattura, mi vengono i mente persino gli austriaci Serenity: cambi, idee, ritmiche assurde, un lavoro alla batteria micidiale, refrain provocante… denominatore comune per tutto il complesso album. Travolgente e tirata “A Critical Affair”, intensa, suggestiva ed introspettiva “Enough (clean edit)”. Nervosa, cattiva ma ultra tecnica “Stop Calling Me Liberty”, un brano con una struttura travolgente, linee di basso micidiali e progressioni vocali immense! Tecnica infinita e assoli superlativi sulla favolosa, virtuosa e strumentale “The Fifth Element”. Teatrale “What If (Dichotomy)”. Profondità poetica con “To Who I Am” mentre l’inconfondibile performance del leggendario ospite Derek Sherinian porta un brano come “Ghost Of A Lie”, già complesso e meravigliosamente contorto, a livelli stratosferici! Possente e sferzata da melodie con shredding velocissimo l’ottima “Emotionless Shells”, mentre l’imponente conclusiva “The Infinite Loop” (oltre tredici minuti) conferma l’infinita fantasia di Eduardo Osuna & soci. Un album che mancava da tanti, troppi decenni. Altri tempi, altra musica. Semplicemente un’altra scuola!

(Luca Zakk) Voto: 10/10