(RedBlack) Veterani della scena folk ceca, anche se il sottoscritto li incontra per la prima volta, i Silent Stream of Godless Elegy sono al loro sesto album, per l’occasione registrato presso i GrapowStudios. Il titolo, stando alla nota stampa, può essere approssimativamente tradotto come ‘Un Poema di Tristezza’. “Ten, ktery ukoval Slunce” (‘Colui che forgiò il Sole’) dispiega un folk/death dai caratteri est-europei che potrebbe vagamente ricordare i Suidakra: certo, c’è da sopportare la pesante pronuncia dell’inglese della pur dotata Hana Hajdová, ma il brano ‘tira’. Si sfocia invece in un extreme metal un po’ confuso in “Kdo z nas je vic” ‘(Chi di noi è il più grande’), mentre “Ptakoprav” (‘Colui che parla agli Uccelli’) ha i toni carichi e ritmati (talora con qualche influsso gothic) dell’inverno russo. “Maloverna” (‘Colei che ha poca Fede’) segue interessanti pattern magici e sciamanici, forse concedendosi però qualche lungaggine di troppo; “Tichy zpev” (‘Dolce Melodia’) tiene fede al proprio nome solo in parte, perché si tratta di un brano in crescendo con un finale metal. La conclusiva “Bezbrezi” (‘Senza Sponde’) si affida invece molto a melodie nostalgiche e strumenti tradizionali, che dominano soprattutto i primi quattro minuti del suo sviluppo. Un disco particolare, non del tutto riuscito ma degno di un ascolto, soprattutto da parte di chi cerca qualcosa di non convenzionale.

(René Urkus) Voto: 7/10