(Antiq) La Francia non è nuova a generi estremi che seguono comunque un percorso diverso, personale. Solitamente nell’ambito del black le tendenze sono quelle caratteristiche eccentriche, inospitali, sulfuree (basti pensare a bands quali Regarde Les Hommes Tomber, Cepheide Hegemon, Blurr Thrower, Les Chants De Nihil O Pensées Nocturnes)… ma i debuttanti Silhouette cambiano le carte in tavola, offrendo un black che si rivela tanto teatrale quanto depressivo, tanto incisivo quando melodico, con marcate tendenze gothic… con voce femminile dominante affiancata da scream selvaggio maschile! La componente femminile, poi, qui è molto importante: non solo c’è la vocalist, Ondine (Lilas Dupont), c’è anche una bassista, Grise (Margaud Pérémé)… e le due ragazze si occupano anche dei testi, della direzione artistica, della copertina, del logo e del layout della release! La composizione musicale, invece, è del mastermind e chitarrista Achlys (Eternal Hunt, Horror Within) il quale riesce ad organizzare uno scenario sonoro poi esaltato favolosamente dal resto della band (sono in sei). L’intro “Ascension”, grazie alla voce di Ondine porta verso scenari celtici i quali evolvono su atmosfere gotiche con l’oscura e avvolgente “La Première Neige“, brano che poi accelera, apre al black, offre spazio al growl di Yharnam (Glumurphonel), in un continuo altalenarsi tra violenza e intensità evocativa. “Au Seuil de l’Oubli” conferma le capacità della vocalist in un altro brano che, con il supporto di una melodia penetrante e malinconica, continua ad incalzare con vigore. Ipnotica “Les Retranchements”, canzone nella quale il vocalist maschile va oltre il growl arrivando ad un agghiacciante scream di matrice DSBM, alternandosi con le celestiali linee vocali di Ondine, qui con arrangiamenti progressivi, il tutto lungo un bel brano molto gothic sulla scia di Theatre of Tragedy, Paradise Lost e Katatonia, pezzo che ospita pure Clément Château (Hortus Deliciarum) per la voce clean maschile. Prima dell’outro, il quale segue le orme dell’introduzione, la lunga “L’Etreinte de la Chute”, il brano più completo del lotto, con black veloce e cadenzato, vocals sognanti e laceranti, melodie deliziosamente insistenti. Ogni membro della band vanta molta esperienza grazie all’appartenenza ad altri progetti… e questo si sente molto bene in questa mezz’ora abbondante di musica: sostanzialmente i Silhouette non creano nulla di nuovo… piuttosto combinano con capacità e molta originalità alcuni identificativi pezzi del grande puzzle della musica estrema, dando vita ad un disco molto piacevole, sicuramente coinvolgente, farcito di sorprese e cambi a volte imprevedibili. Un ascolto decisamente consigliato!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10