(Massacre Records) I Sinister, gli olandesi Sinister nati nel 1988, sono giunti al quattordicesimo album in studio. Lo fanno con il solo Aad ‘the only one’ Kloosterwaard. L’ultimo della stirpe, colui che è lì sin dagli inizi. La band ha subito tantissimi cambi di formazione, tanto che Kloosterwaard era il batterista dei Sinister ma ad un certo punto, nel nuovo secolo, è passato al microfono. In fatto di voce chi scrive ha lodato Mike van Mastrigt per il cantato che ha contribuito al sound dei Sinister, tuttavia ad Aad Kloosterwaard va dato atto che svolge da qualche anno il suo lavoro dignitosamente. In “Deformation of the Holy Realm” ci sono gli abituali Sinister, quelli che puntano su velocità, una batteria alla Suffocation, molti più riff ‘letali’ e spinti a velocità sostenute come i Deicide. Al quattordicesimo album ormai la vivisezione delle intenzioni compositive degli olandesi diventa però superflua e sarebbe meglio ridurre il tutto a un giudizio diretto. Solo tre anni fa il precedente “Syncretism” che implementava sussulti tecnici in un mare di letalità, di frenetica e chirurgica precisione ma in un’atmosfera pesante, opprimente. Forse Aad Kloosterwaard e gli altri adesso hanno qualcosa di ‘americano’ nel loro death metal. La sostanza è che in “Deformation of the Holy Realm” si hanno esattamente i Sinister degli ultimi cinque se non dieci anni, nei quali hanno pubblicato sei album e tra questi uno di cover. Un album gradevole, letale quanto il precedente e a conti fatti neppure troppo diverso ed è questo forse il suo limite.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10