
(High Roller Records) Entusiasmo, energia, divertimento… Queste sono le sensazioni che ho provato all’ascolto di “Unbound Triumph”, secondo full-length dei Sintage. La formazione tedesca sembra puntare molto su questo lavoro, ma allo stesso tempo traspare l’impressione che il quintetto di Leipzig si sia divertito un mondo a comporre questi otto brani che brillano per classe, aggressività e melodia, restando saldamente ancorati al metal tradizionale, muovendosi ora in direzione speed metal, ora in territori sleaze, flirtando talvolta con il thrash. L’opener “Ramming Speed” annichilisce con il suo assalto frontale, a metà strada tra Accept e Motörhead, con la voce molto particolare del singer Randy, perfetta via di mezzo in questo pezzo tra Udo e Lemmy. “Cutting The Stars” è epica e incalzante, a contorno di un testo bellissimo quanto immediato e cantabile sin da subito. “Electric Walls” mi ha piacevolmente spiazzato, visto che dopo più di metà brano hard rock, a metà strada tra Kiss e Twisted Sister, vengo investito da una devastante accelerazione thrash di chiara scuola Megadeth, prima del finale nuovamente melodico. “Silent Tears” è una ballad delicata eppure epica, guidata nuovamente dalla voce di Randy, ruvida ma dotata di estensione, energica ma anche ricca di pathos. Decisamente più robuste “Blood Upon The Stage” e “Beyond The Thunderdome”: la prima è dotata di un riff portante che mi ricorda i migliori Running Wild, la seconda è una scarica di adrenalina in stile Raven. La graffiante e martellante “Prisoned By The Dark” e l’epica e priestiana “One With The Wind” chiudono un album ispirato, legato alla tradizione eppure fresco, frizzante e assolutamente godibile.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10




