(autoproduzione) Un prog rock che implementa momenti hard & heavy, occasionalmente jazz e addirittura di world music, belle infatti le parentesi con sonorità di tipo africane. Atmosfere tra il conflitto e quello di un destino fatale, perché questo album è schierato contro la distruzione del pianeta, l’abuso della natura. La mancanza di consapevolezza verso le risorse che l’umanità sta sperperando, è preoccupante e “Letze Baum” è una profonda riflessione su quanto accade. Una riflessione di oltre settanta minuti, un tempo che definisce la profondità del concept nel quale i cambi di tempo sono numerosi e i singoli pezzi sembrano essere degli sviluppi continui delle parti che li costituiscono. Fin qui tutto è nel quadro della musica progressive, nella quale le linee vocali sono di Alessandro Granato, voce non sempre smaltata quanto la musica stessa. “Letze Baum” lascia concretamente trasparire l’idea di fondo, l’esistenza di un concept, album meritevolmente riuscito in questo, in quanto può dare all’ascoltatore una dimensione nella quale muoversi e percepire. “I Pray the Rain”, la docile ma briosa “The Power of the Sea”, l’esuberante “Deadly Waltz”, formano un trittico che rappresenta un nucleo pulsante dell’album. Le canzoni di “Letze Baum” diventano assimilabili e vivono della formazione e stile del proprio autore, Sergio Casamassima. Canzoni con nuclei definiti e una linea melodica fruibile. Restano poi altri momenti di grande interesse, strumentali e non, che rendono l’album un frizzante lavoro di progressive, nel quale trionfa la definizione della melodia e l’agile sviluppo delle parti.

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(Alberto Vitale) voto: 7,5/10