(Trollzorn Records) Le origini degli Skiltron sono argentine ma la band risiede in Finlandia. Tuttavia non è fuorviante dunque il nome della band, il suo logo, l’immagine dell’artwork e i colori usati, perché Skiltron è una realtà power metal con elementi pagani nonché folklorici di natura celtica. “Bruadarach” è il sesto album in carriera per questa band che ha perso alcuni elementi della formazione ma incassandone altri e di origini europee. Di recente ne fa parte anche il nostro connazionale Paolo Ribaldini, cantante. Skiltron pubblicano per la Trollzorn che ha preso in consegna precedenti lavori della band ristampandoli. I primi tre album sono stati infatti pubblicati autonomamente. La band germoglia in canzoni piuttosto festose e cariche di energia. Nel primo caso si mette in evidenza qualcosa come i primissimi Korpiklaani con un tessuto metal però arcigno, tignoso. Il batterista Joonas Nislin, finlandese, è in bell’evidenza perché le sue ritmiche seguono e rimarcano le andature e variazioni dei pezzi, diventano un elemento di spinta alle direzioni che le canzoni. L’uso di cornamuse mette quel tocco ancestrale anche se in alcuni momenti dell’album il suono squillante quasi non lascia distinguere le note e litanie che emette. Nell’insieme di “Bruadarach” ogni canzone riesce a fare una certa presa sull’ascoltatore anche grazie agli incpit dei pezzi che sovente presentano qualcosa fino a quel momento non udito. La scelta di andare su pezzi in mid tempo e veloci, lascia ogni volta aperta a una particolare attitudine per ogni singola canzone. Tutto sommato i Skiltron hanno inciso un album gradevole e certamente non manchevole di qualche difetto che a onor del vero si imputerebbe più alle scelte di produzione, registrazione e missaggio magari che non alla qualità singola dei pezzi. Il risultato però è quello di un power metal fluido, con momenti poderosi, altri epici e gloriosi, con caratteristiche finali che permettono una certa simpatia nei pezzi. Si ascoltino per esempio “Proud To Defend”, dinamica e ricca di spunti, la pagana e celtica “A Tresure Beyond Imagination”, le dirompenti “As We Fight” e “Rob Roy” che sfoderano fondamentalmente un heavy metal anni ’80 ma ripulito nei suoi cliché più elementari.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10