(Synthetic Symphony / SPV GmbH) Avevamo lasciato gli Skinny Puppy nel 2007 con l’album “Mythmaker”, intanto giravano strane voci sulla band, in merito ad un (altro) possibile scioglimento e a difficoltà per la pubblicazione di questo nuovo album.  Archiviate dicerie e sospetti ” hanDover” è qui tra noi, mettendo in risalto, e sempre più, il lato più marcatamente elettronico dei canadesi. Ogni album degli Skinny Puppy è sempre stato teso a percorrere sentieri nuovi, anche a causa -o per merito?- di lotte stilistiche interne tra cEvin Key e Nivek Ogre. ” hanDover” sembra proprio il prodotto di quel legame conflittuale tra i due, con le architetture innalzate dalle diavolerie elettroniche di Key, le quali sorreggono e ospitano le estrose divagazioni di Ogre. C’è qualcosa di più latente in questa nuova opera, qualcosa che tiene un certo ordine di fondo e questo spiega la presenza di “Cullorblind”, “Ovirt” e “Wavy”, tenere e riflessive; non si celano però gli sguardi al proprio passato, con “Gambatte” e la sperimentale “Point”, rivolte al periodo “Too Dark Park” e “Last Rights”, ma attenzione al ritrovato industrial di “Village”. La sperimentazione più pura e anarchica è data dagli oltre 7” di “NoiseX”, ma c’è anche spazio a citazioni sperimentali del periodo 2004-2007, con il clima drammatico di “AshAs” e, soprattutto, “Brownstone”. Nel tentativo di inquadrare ” hanDover”, sorge la consapevolezza che questo album viva grazie ad un proprio equilibrio interiore, tale da rendere la musica degli Skinny Puppy un pò diversa da quanto fatto fino ad ora. O forse tenta di racchiudere un pò tutto? A voi la sentenza!

(Alberto Vitale) voto: 6,5/10