copskoll(EwigesEis) Crudo e distruttivo pagan black metal per Skoll, progetto alternativo ai The True Endless di M., cantante e chitarrista. La fredda notte ancestrale di questo album vede anche la presenza di Mayhem, alla batteria, un ex The True Endless, Lunaris alla tastiera, un ex Opera IX, il violino di Laura, di Furor Gallico, e il basso di Marcello. Il sound che si sprigiona da “Grisera” è come il cammino di avventurieri in una landa immensa e remota, alla ricerca di una discendenza o radici barbariche. Il manipolo di musicisti guidati da M. si lanciano in assalti furiosi, ma dove l’impatto epico e pagano pervade le melodie e queste dominano ogni secondo dell’album. Sonorità scarne, anche un po’ ruvide, ma le frequenze non vengono frantumate ed ogni nota degli strumenti si eleva e si amalgama con le altre. Il risultato è un’atmosfera gelida, lunare.  Un immenso scenario arcaico, antico. Antico è questo black metal fatto di distorsioni sempre frementi, tese e melodie che riecheggiano popoli, storie e l’essenza dell’uomo nella sua avventura, cioè quella di riuscire a vivere. Comunica questo “Grisera”, oltre ad un sentimento di furia e fierezza espresso in poco più di mezz’ora. Difficile tradurre in parole la maestosità di “Hrothaharijaz”, come i ricami del volino si inseriscono nel tessuto compositivo di “Crush” o nel modo in cui si aprono diversi spazi acustici. Meglio invece riescono a descrivere il clima generale le parole di M. nell’unico brano in italiano.

Bianco pallore invernale
che copre la natura
sopita nella morte
in attesa della rinascita
ancestrale gelo del passato
mistica unione tra cielo e terra
grigi fumi nebbiosi e cristalli di ghiaccio
tutto è coperto
tutto attende
silenzio in attesa di vento
simbolo di gelo primordiale
sonno stanchezza
livore delle membra

Questa è poesia, la musica è la sua splendida sorella.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10