(Autorpoduzione) Non li ho mai sentiti nominare questi tizi di Minneapolis, ma credo sia normale visto che pur essendo nati nel 1998 questo lavoro è il debut album. Nel foglio promozionale di “The Global Elite” figurano alcuni estratti di recensioni statunitensi, e mi ha colpito quel “Ministry with parts Pitchshifter and White Zombie pushed to 11.5”. Innanzitutto quando si parla di industrial, perché gli Skrog sono indicati come tale,  è facile sentir nominare i Ministry, ci mancherebbe, dei Pitchshifter gli Skrog non hanno quella “dolcezza”, quel songwriting scorrevole e counque bizzoso. Però, volendo potremmo anche collocarli tra quelle due band nominate. Di Rob Zombie, non saprei, diciamo che per una band industrial americana il discorso Zombie e come quello per la band di Jourgensen. Non ha importanza smentire o confermare quella frase, non è la finalità di queste righe. Quanto vale questo lavoro che frulla dentro i suoi testi una serie di invettive contro la politica americana e i suoi attori? Da subito dico che l’album lo consiglierei per l’acquisto, ma non lo definirei propriamente industrial, in quanto gli Skorg di Jay Reiter, il fondatore e membro principale, è molto più metal di tutto quanto scritto fino ad ora. Il riffing delle chitarre è sensibilmente più potente, con il suo thrash e death metal, di ogni altro influsso elettronico e crossover. Reiter ha creato una discorso testuale in cui cita la Bibbia (“The Revelation”), la CIA (“MK-Ultra”, un termine che nell’agenzia usano per indicare operazioni in cui vengono coinvolti ignari cittadini all’assunzione di quantità minime di farmaci che alterano la mente), della guerra nucleare (“End of the World (As You Know It)”) e altre “americanate” da brividi. Sound sempre massiccio, drumming con i trigger (o forse è una drum machine) e pompate che ricordano più i Pantera o gli ultimi Slayer più che le sfuriate di Al Jourgensen. Sento Skrog degnamente industrial in “Dark Metamorphosis” dove le chitarre si arrestano a più riprese ed effetti vocali arricchiscono l’insieme e, soprattutto, l’industrial più sperimentale lo si ha in “The Hunter” e “The Hunted”. Questa coppia finale di oltre 14′ mette insieme e in sequenza l’ambient, l’industrial, il thrash metal, i Ministry più selvaggi e di nuovo l’industrial. Una sorta di suite a conclusione di questo martellante viaggio. Jay Reiter è un altro visionario e profeta dell’apocalisse. Non un’anima originale, ma di certo un individuo con la propria creatività montata in una rabbia assoluta. Per affondare meglio nelle sue possenti composizioni vi invito anche a guardare i suoi video (http://skrogband.com/). Skrog è un qualcosa che va approfondito e non è assolutamente certo che quanto scoprirete sarà di vostro gusto!

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10