copslatsher(Spheres Records) Di una cosa sono rimasto convinto alla fine dell’ascolto di “Human Light Leakage” e cioè che i francesi Slatsher nonostante siano al debut album dimostrano concretamente di avere qualità e maturità. Un album che non inventa nulla, eppure espone il death metal in una forma sviluppata e con forti tendenze progressive. Il tutto in fin dei conti è un sound robusto e con le giuste punte di oscurità, grazie a delle tendenze atmospheric che vestono i brani della giusta intensità. Già l’apertura con “Human Error” presenta quella sapiente mistura di epica e feeling. Il brano è uno strumentale che apre le ostilità, sconfinando in “Vorarephilia (Mosaic of Flesh and Blood)”, seconda canzone che svela una band che sa costruire strutture, passaggi e i giusti movimenti del riffing e della sezione ritmica. Buoni anche gli assoli, dei quali se ne fa un continuo sfoggio, insieme alle polifonie, e la cosa non può di certo disturbare. Ogni brano vive di un suo arricchimento, definito dal gusto e capacità dei musicisti, i quali giocano con i tempi e i cambi di scenario per dare un buon dinamismo. Le influenze sono diverse: sento momenti di pagan death metal e ossature robuste di stampo americano, ma è la varietà di giocare con le melodie e di variarle che spicca più di ogni altra cosa. La band rivela la sua matrice, il proprio segno. Solo “Luci”, canzone serrata e ringhiante, si attesta al di sotto dei 4’, per il resto i brani partono dai quasi 5’ fino ad arrivare ai quasi 10’ di “Pixel Prison”, uno dei brani più significativi di questo album. Lo spaziare su minutaggi ampi è sempre stata una prerogative delle band che si danno  risvolti progressive e dunque gli Slatsher non si comportano da meno. Bravi quando calano i ritmi e innalzano scenari atmospheric, sono quelli i momenti in cui i musicisti francesi danno sfoggio di un altro ‘sentire’ il proprio concetto musicale. Una band pulita, senza sbavature, ordinata e con il giusto feeling nel creare scenari e partiture serrate.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10